Pagine

sabato 6 marzo 2010

a lezione, di nuovo



l'aula - una sala conferenze ricavata da qualla che si direbbe una vecchia cappella con matroneo, o comunque un edificio religioso di cui ha mantenuto la ieraticità e l'eco dovute ai soffitti altissimi - di certo non aiutava l'entusiastica partecipazione, così come le poltroncine reclinabili foderate in velluto rosso (pur scadente) e l'illuminazione soffusa e morbida. insomma, la noia è inscritta nell'architettura stessa dell'aula intitolata a pio XII (sì, proprio quello che tanto cristianamente si è opposto a fascismo e nazismo da meritarsi il titolo di venerabile della chiesa).
sarà per questo, sarà per il crocifisso alto un metro e venti che penzola in perpendicolo, doppiamente inchiodato, a un paio di metri sopra le teste dei docenti, ma una volta di più mi saltata agli occhi questa strana analogia fra i dottorandi (era infatti un ricercatore che ci ha fatto lezione) e i seminaristi.
Questi giovani dottorandi, timidi oratori eccitati, grati, sembrano sempre come seminaristi di una religione parallela, pretini appena formati entusiasti e frementi in virtù dei segreti cui sono stati resi partecipi, volenterosi in maniera adolescenziale di salvare gli altri con la loro Parola di Salvezza.
Quasi scusandosi dei loro interventi (l'umiltà che cela la consapevolezza della propria superiorità li contraddistingue) parlano - impacciati e letterari - attraverso parole altrui, monocordi, gentili, prudenti.
Come equilibristi che camminino lungo una trave larga un metro posta a un metro da terra emozionano e coinvolgono il pubblico.
Goffi ed esperti, ansiosi, solerti, devono mettere in mostra le competenze acquisite, il loro momento è giunto, forse daranno qualcosa a qualche ascoltatore, basterebbe! Ma - in fondo - lo senti nella voce pacata, nei gesti appropriati, nella corretta pronuncia di ogni lemma o nome straniero, nella virginale e ferma intonazione del discorso; lo senti il cammino inerziale che (se mai lo è stato) ora certo non dipende più da loro. Lo senti davvero balenare, il pensiero: davvero basta questo, a giustificare tutte le mie fatiche? tutto il mio studiare? tutto il sacrificio? tutta la mia vita?



scusate la prolissità

3 commenti:

tizeta ha detto...

già, basterebbe soltanto che riuscissero a trasmettere qualcosa...di quella giungla di concetti zippati e sbrodolati in unoraeunquarto sinceramente, non so che farmene... non poteva darci semplicemente la fotocopia?

moltitudo ha detto...

ti pare che uno viene apposta da lione per darci una fotocopia?
quantomeno si sarà sentito in obbligo di ammorbarci un poco. tra l'altro - povero - non posso nemmeno sostenere che dicesse cazzate, ché le poche volte che mi ridestavo dall'assopimento e dal copiaggio delle vicine catatonizzanti sembravano cose interessanti.
dette come da sandro bondi o natolia dei bulgari (ah!, quando maidiregol era un programma!), ma interessanti.

tra l'altro - riguardo l'OpenMicNight (Amarcord®) - è curioso che il primo commento al primo post abbia dovuto attendere 3 anni...

tizeta ha detto...

x carità, interessantissime...purtroppo gli auditori in questione erano studenti in gran parte triennalisti, per non dire matricole, e dubito fortemente che la " lezione" sia stata adeguatamente recepita...d'altronde non voglio sparare su quel povero ragazzo che, per carità, non era affatto un imbecille...ma ne abbiamo già parlato dal vivo, insegnare è davvero un mestiere, e come tale, va imparato, e ciò richiede tempo e soprattutto esperienza... non a caso il nostro beneamato mormino si differenzia da tanti altri per la sua gavetta liceale... tra l 'altro, non so come cazzo ci siamo riusciti, ma il nostro blog è stato letteralmente invaso dalle visite! il contatore si è fermato a 2000 circa, di piu non le conteggia! successone, inaspettato!
cmq la open mic era davvero una gran bella iniziativa, peccato si sia spenta troppo presto...